A Star is Born: una lettura in chiave psicologica

A Star is Born: una lettura in chiave psicologica

Il film è stato inserito dall’American Film Institute tra i dieci migliori film del 2018 ed ha ricevuto 8 candidature ai Premi Oscar 2019, incluse quelle per miglior film, miglior attore protagonista a Bradley Cooper e migliore attrice protagonista a Lady Gaga.
A Star Is Born è un film del 2018 diretto da Bradley Cooper, al suo debutto come regista.
La pellicola è un remake del film È nata una stella, diretto nel 1937 da William A. Wellman e si tratta del terzo rifacimento dopo il musical del 1954 e il musical rock del 1976.
Il film parla di Jackson Maine (interpretato da Braddley Cooper), una star della musica Rock con un passato problematico ed una storia di dipendenza da alcool e droga.
Il padre alcolizzato lo ebbe all’età di 63 anni con una ragazza diciottenne che morì dandolo alla luce. Jackson soffrì molto per l’assenza della madre mai conosciuta e per le problematiche del padre che aggravarono il suo senso di solitudine, tanto che per attenuare questo senso di abbandono e di trascuratezza da parte della figura paterna, all’età di circa 10 anni iniziò a diventare il suo “compagno di bevute”, così definito dal suo fratello maggiore, avuto dal padre da una relazione precedente e all’età di 12 anni tentò il suicidio.
La figura del fratello maggiore ha a mio avviso un ruolo molto importante nella vita di Jackson, il quale con grande fatica cerca di dare a Jack le cure e le attenzioni che mai ha ricevuto, deprivandosi della sua vita personale.
Tra l’altro Jackson è nato con un difetto all’udito e da quando era un bambino ha sofferto di una malattia che lo ha sempre tormentato, l’acufene.
Nel film, infatti, si vede il fratello maggiore che cerca sempre di aiutarlo nella cura dell’udito, attraverso l’applicazione di apparecchi acustici con il fine di non farlo aggravare, ma lo stesso Jackson rifiuta perché non ha mai accettato questa malattia. A proposito di ciò, Jackson racconta che quando era bambino “per ascoltare bene la musica”, si avvicinava molto con l’orecchio sano al gira dischi, causandosi così una perforazione permanente al timpano.
Il film inizia con Jackson, che dopo un suo concerto và in cerca di un bar per fare rifornimento di alcool, e casualmente si dirige in un locale di drag queen, dove incontra Ally (interpretata da Lady Gaga), una ragazza che lavora come cameriera, ma con la passione del canto, che si esibisce tutte le sere in questo locale. Jackson nel sentire le doti canore di Ally, ne rimane commosso, i due si conoscono e in un bar iniziano a parlare dell’amore che provano nei confronti della musica,ma dopo un’accesa lite avvenuta a causa di un ragazzo ubriaco che in modo invadente entra nella vita personale di Jackson solo perchè famoso, i due si allontanano ed Ally inizia a cantargli alcuni versi di una canzone improvvisata, frutto della conversazione profonda che stavano avendo, più il ritornello di una canzone scritta qualche giorno prima:

“Dimmi qualcosa, ragazzo
Non sei stanco di cercare di riempire quel vuoto?
O hai bisogno di più?
Non è difficile resistere così tenacemente?
Sto precipitando
In tutti i bei momenti mi ritrovo a desiderare il cambiamento
E nei brutti momenti ho paura di me stessa
Ho toccato il fondo, guarda mentre mi tuffo
Non arriverò mai a terra
Mi schianto contro la superficie, dove non possono farci del male…..”

Jackson si innamora di quei versi, poi la riaccompagna a casa e il giorno dopo Ally viene invitata ad un concerto dallo stesso Maine e, anche se inizialmente riluttante, si dirige lì dopo essersi licenziata dal posto in cui lavorava come cameriera. Durante lo spettacolo Jack ed Ally cantano insieme e si innamorano. Lei vorrebbe passare la notte con lui, ma quest’ultimo è troppo ubriaco e crolla immediatamente.
Ally in cuor suo sa che Jack è un alcolizzato e che questa è una grande problematica da affrontare ma decide di stare al suo fianco, così come suo fratello maggiore che in tutti modi cerca di rialzarlo, significative sono le parole che dirà ad Ally quando lei lo sorprende a mettere Jack ubriaco a letto:

“Ti stai chiedendo se beve troppo…Tu non sai quanto!!…Ma una cosa posso dirtela…Non ha mai fatto salire una donna sul palco”

Ally è una ragazza sveglia ma insicura del suo aspetto fisico, tante volte ha tentato molte strade per intraprendere la carriera di cantante ma è stata sempre rifiutata, non a causa delle sue capacità, ma per il suo aspetto (l’avere il naso troppo grande). Jack riconoscendole il talento l’accompagnerà verso il successo.
A Star is Born non è solo un film che parla semplicemente di una storia di amore, ma è un film che tocca tematiche di vita problematiche: depressione, dipendenza da droghe e di una relazione di coppia violenta e devastante che ne scaturisce.
Durante il film è possibile assistere da un lato pian piano alla discesa di Jack negli inferi, perché colui che ha avuto un passato tormentato e irrisolto, difficilmente da solo e senza il giusto aiuto può vedere la luce, e dall’altro lato l’ascesa di lei verso il successo, quello stesso successo che porterà il suo uomo all’isolamento e alla sua distruzione, perché l’amore riesce ad alleviare solo in parte le difficoltà dell’altro ma non a risolverle del tutto.
Concludo con alcune frasi di una lettera aperta intitolata “800mila persone si uccidono ogni anno. Cosa possiamo fare?” , che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e Lady Gaga, hanno scritto sul problema universale della salute mentale, nella speranza di dar vita ad un “nuovo movimento”:

“Sono tutti figli e figlie, amici o colleghi, amati membri delle nostre famiglie e comunità.
Il suicidio è il sintomo più estremo e visibile di un’emergenza di salute mentale più ampia e finora non siamo riusciti a occuparcene adeguatamente.
La stigmatizzazione sociale, la paura e la mancanza di comprensione aggravano la sofferenza di coloro che ne sono colpiti e impediscono l’azione coraggiosa di cui c’è disperatamente bisogno da troppo tempo. Eppure, nonostante si tratti di un problema universale, ancora abbiamo difficoltà a parlarne apertamente o a offrire terapie e risorse adeguate.
Nelle famiglie e comunità spesso rimaniamo in silenzio per colpa della vergogna, secondo la quale chi ha malattie mentali è una persona con minor valore oppure colpevole della propria sofferenza. Invece di trattare chi combatte con questi problemi con la compassione che offriremmo a chi ha una ferita o una malattia, li ostracizziamo, incolpiamo e condanniamo.
In troppi luoghi i servizi di supporto non esistono e coloro che hanno patologie trattabili vengono criminalizzati – letteralmente incatenati in condizioni disumane, tagliati fuori dal resto della società senza speranza!”

Ci tengo a sottolineare che attualmente la Ricerca dimostra che c’è un ritorno quadruplicato per l’investimento su ogni dollaro speso per trattare la depressione, l’ansia e le patologie di salute mentale più diffuse, quindi per tutti coloro che intendono aiutare i propri cari, amici o colleghi è molto importante comprendere che il primo passo è affidarsi a strutture e persone specializzate nella cura delle malattie mentali.

 

Scritto da:
Dott.ssa Mazzocco Francesca
Psicologa/Psicoterapeuta
Cognitivo-Comportamentale
Terapeuta EMDR II livello

La dottoressa riceve presso:
Ospedale San Raffaele di Ville Turro, Milano.
Studio di Psicoterapia e Scienze Cognitive sito in via Domenico Fiasella 16/A, Genova.