Il lutto ai tempi del coronavirus

Il lutto ai tempi del coronavirus

Per chi affronta un lutto in questo periodo particolare, è importante ricordare che Non si è soli!!!

L’attuale drammatica situazione legata agli eventi della pandemia causata da COVID-19, avrà purtroppo conseguenze a lungo termine, di difficile gestione per l’intera società.

L’aumento delle vittime e il distanziamento sociale stanno sconvolgendo le commemorazioni e i rituali sacri legati alla morte.

Tutto questo sta trasformando il “come” e il “dove” di chi rimane ad esprimere il proprio dolore, alterandone il modo in cui viene elaborata la perdita.

Quando una persona cara viene a mancare, il lutto è una tappa obbligata. Si tratta di un periodo di dolore di durata variabile, attraverso il quale è necessario passare attraverso di esso per poter ristabilire poi un nuovo equilibrio, non esistono scorciatoie.
La durata e l’intensità di questo periodo, sono soggettive e cambiano per ciascuno di noi, a seconda del legame con la persona che viene a mancare.
Il legame, la relazione con chi ora non c’è più è appunto la chiave per comprendere il processo del lutto.

Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) si inizia a ipotizzare una “patologia del lutto” dopo che sono trascorsi almeno 12 mesi per l’adulto e 6 mesi per il bambino dalla perdita della persona cara.

Se trascorso questo periodo la persona risulta ancora persa nel dolore e la sua vita quotidiana non ha ripreso il suo corso, pur con fatica, allora da un lutto fisiologico stiamo passando a un lutto persistente (non elaborato) e si può ipotizzare una presa in carico da parte di uno specialista.

Per molte persone e per diverse fedi religiose la perdita attraverso la morte viene generalmente elaborata in maniera comunitaria. Ma la lotta contro la morte nell’era del COVID-19, la malattia causata dal coronavirus, è diventata una battaglia che viene affrontata in gran parte da soli.

La condizione di isolamento che ci troviamo ad affrontare ci ha privato dell’ultimo saluto che ciascuno di noi può dare alla persona cara prima che muoia. Il decorso del COVID-19, specie nei pazienti più anziani, passa dal ricovero a un peggioramento repentino delle condizioni e quindi all’isolamento, senza dare ai parenti il tempo necessario per l’ultimo saluto, in molti casi è venuta a mancare anche una telefonata o una videochiamata per rendere possibile questo momento fondamentale.

Il funerale, che rappresenta il momento del saluto collettivo (non importa se maggiormente religioso o laico), svolge una funzione sociale ben precisa e ha un ruolo determinante nella successiva elaborazione del lutto.

Il fatto che siano venuti a mancare questi passaggi fondamentali: l’ultimo saluto e il rito funebre, ciò ha portato ad una serie di nuovi problemi  psicologici.

“Alcuni miei pazienti riferiscono di sentirsi congelati” oppure “dentro una bolla”, come se il loro parente non fosse mai scomparso, proprio perché è venuto a mancare l’ultimo saluto che non ha permesso di accompagnare la persona cara alla morte e di elaborare ciò che sta accadendo, preparando la persona all’imminente scomparsa della persona amata.”

Queste difficoltà determinate dal Coronavirus hanno aggiunto un ulteriore peso al dolore, facendo insorgere le condizioni di lutti “complicati”, in cui i cari si sono trovati incapaci di superare il trauma della perdita.

In questi casi, un aiuto psicologico è  veramente essenziale per inquadrare quanto è successo ed elaborare il lutto nell’immediato.

Sentirsi circondati dall’affetto dei propri cari è essenziale, anche a distanza. Parlare con amici e familiari può essere uno dei modi più utili per affrontare la perdita di una persona cara.

RICORDA esistono delle alternative per recuperare i riti di passaggio. Ad alcune persone è d’aiuto organizzare una cerimonia sostitutiva a casa, per esempio accedendo candele e raccontando la storia del proprio caro con immagini, musiche o testi mentre per altre è utile attendere, immaginando una cerimonia al termine delle restrizioni. Ognuno può trovare l’alternativa più adatta alle proprie esigenze e caratteristiche e al proprio vissuto personale.

Attualmente è possibile finalmente celebrare i funerali cercando di evitare gli assembramenti, ma purtroppo per molti non è stato così!

Inoltre provare emozioni intense, come rabbia e senso d’ingiustizia, sono reazioni comprensibili durante un lutto; sono intense, ma si attenueranno con il tempo.

Proprio per questo diventa importante poter condividere le proprie emozioni  e la propria sofferenza, in modo da permettersi di elaborare il trauma della perdita.

Se hai bisogno di consulenza psicologica, sia in studio che a distanza contattami.
La decisione di incontrare uno psicoterapeuta non è affatto semplice, a volte è sofferta e richiede un lungo periodo di riflessione, altre volte è piena di pregiudizi come  “Io non sono debole, riesco da solo”. Non avere paura di chiedere aiuto, se vuoi affrontiamolo insieme.

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